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Cave e trivelle in Piemonte: secondo il piano regionale nei prossimi dieci anni la Granda potrà consumare il 146% in più di suolo

La Giunta Cirio sembra non aver capito che non esiste un pianeta B, alcuni consiglieri di maggioranza negano la crisi ambientale”. E’ un attacco frontale quello che il gruppo del Partito Democratico del Piemonte rivolge a Cirio, la sua Giunta e la maggioranza. Il pretesto? Il PRAE (Piano regionale per le attività estrattive) che prevede l’estrazione di 300 milioni di metri cubi di terreno nei prossimi 10 anni. Un’enormità. Il triplo rispetto al decennio precedente.

“Consumo di suolo assolutamente sproporzionato”

Un consumo di suolo ritenuto sproporzionato dal Partito Democratico. Secondo lo studio presentato dal gruppo consiliare, se l’attuale piano dovesse diventare realtà in provincia di Cuneo si prevede un consumo di suolo superiore rispetto allo scorso decennio del +146%: la Granda si piazza al secondo posto dietro le province di Alessandria e Asti.

“La Regione pensa ancora di essere nel secolo scorso”
Certo, trovare un equilibrio tra fabbisogni e ambiente non è facile. Ma per il Pd, la Regione guarderebbe al passato invece di volgere lo sguardo al futuro: “In questo momento in cui crisi climatica, energetica e ambientale è sotto gli occhi di tutti, la Regione Piemonte si muove come se fossimo nel secolo scorso” attaccano Domenico Rossi, primo firmatario della legge regionale 23/2016 e Raffaele Gallo, presidente del gruppo Pd a Palazzo Lascaris.

La loro posizione è chiara: i volumi concessi allo stato attuale sarebbero esorbitanti, non giustificabili. “Cirio vuole costruire intere nuove città? O presentare un nuovo piano di nuove opere pubbliche? Non crediamo”. L’accusa è poi doppia: da una parte quella di non aver coinvolto i sindaci nella redazione del PREA, dall’altra quella rivolta a Cirio di aver sconfessato sé stesso, visto che da europarlamentare il Governatore si era detto contrario a nuove cave sul territorio.

“A pagare le conseguenze saranno i cittadini”

Chi guida questa regione lo sta facendo con gli occhi bendati, ma a pagare le conseguenze saranno i cittadini. Continueremo in una ferma opposizione al tentativo di ritorno al passato della Giunta Cirio” hanno promesso in coro Gallo e Rossi.

Tronzano smentisce il Pd: “Consumo di suolo non legato al PRAE”
Chi non è d’accordo con la ricostruzione del Pd è l’assessore alle attività estrattive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano: “Il consumo di suolo non è legato al PRAE: le cave non comportano un consumo di suolo irreversibile e il Piemonte è maestro nella rinaturazione (nuovi boschi, parco, laghi) delle cave che hanno esaurito il loro compito”.

L’assessore precisa inoltre che “i nuovi volumi verranno autorizzati solo se quelli esistenti saranno in via di esaurimento”. Rispedita al mittente anche la mancata partecipazione degli enti locali: “Abbiamo coinvolto tutti i sindaci e le province nella discussione. Oltre a questa condivisione gli Enti locali hanno 60 giorni di tempo per eventuali controdeduzioni”.

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