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Come gli Usa limitano le esportazioni per colpire Cina e Russia

Esportazioni

Gli Stati Uniti stanno utilizzando i controlli alle esportazioni come un’arma politica per danneggiare Cina e Russia. Ma l’ufficio che si occupa di questi meccanismi non riceve fondi sufficienti. Cosa dice il report del Csis

Stando a un recente rapporto del think tank americano CSIS, redatto da Gregory Allen, Emily Benson e William Reinsch, le restrizioni imposte dagli Stati Uniti alla vendita di tecnologie americane a governi ostili – l’ultimo pacchetto, relativo ai semiconduttori, è stato pubblicato a ottobre – sono necessarie per limitare le minacce poste da Cina e Russia.

LA TUTELA DELLA SICUREZZA NAZIONALE

Secondo gli autori, i controlli alle esportazioni svolgono un ruolo importante nel tutelare la sicurezza nazionale americana.

Ad esempio, se Washington permettesse a Pechino di utilizzare software e macchinari americani per sviluppare e fabbricare microchip avanzati (al momento non ha le capacità per farlo da sé, e dipende dagli acquisti dall’estero), la Repubblica popolare potrebbe arrivare a dotarsi di missili e laser sofisticatissimi, che potrebbe utilizzare per minacciare gli Stati Uniti.

PIÙ FONDI E PERSONALE AL BUREAU OF INDUSTRY AND SECURITY

Allen, Benson e Reinsch specificano però che l’agenzia americana che si occupa di gestire le regole sul controllo delle esportazioni – l’Ufficio dell’industria e della sicurezza (Bureau of Industry and Security), parte del dipartimento del Commercio – ha bisogno di più fondi e di più personale, altrimenti non riuscirà a svolgere efficacemente la sua funzione.

Negli ultimi tre-cinque anni in particolare, quando l’ex-presidente Donald Trump ha dato inizio alla guerra commerciale-tecnologica con la Cina, l’Ufficio dell’industria e della sicurezza ha visto aumentare molto il carico di lavoro. Oltre a essere sottodimensionato in quanto a risorse umane, l’agenzia ha bisogno di strumenti tecnologici migliori: svolge gran parte del suo lavoro utilizzando Google per le ricerche e Microsoft Excel per organizzare i dati. L’implementazione del machine learning, ad esempio, garantirebbe un aumento notevole della produttività.

“In un momento in cui la necessità di solidi controlli alle esportazioni statunitensi è strategicamente più critica che mai dalla fine della Guerra fredda”, si legge nel rapporto, “la tecnologia abilitante del Bureau of Industry and Security è in uno stato terribile. La causa è semplice: decenni di sotto-investimenti”.

I CONTROLLI ALLE ESPORTAZIONI COME STRUMENTO DI POLITICA ESTERA

Oltre a cercare di impedire, attraverso l’isolamento commerciale, alla Cina di far progredire il proprio settore dei semiconduttori (necessari anche per l’intelligenza artificiale e i supercomputer, due tecnologie utilizzabili in ambiti militari), gli Stati Uniti stanno complicando alla Russia l’approvvigionamento di componenti critici per le industrie dell’automobile, dell’aviazione e dei metalli. Alcune armi utilizzate dalle forze russe nell’invasione dell’Ucraina contengono componentistica elettronica di provenienza americana.

Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha detto che le restrizioni alle vendite in Russia “hanno dimostrato che i controlli sulle esportazioni di tecnologia possono essere più di un semplice strumento di prevenzione. Se attuati in modo robusto, duraturo e completo, possono essere una nuova risorsa strategica nel kit di strumenti degli Stati Uniti e degli alleati per imporre costi agli avversari e persino per degradare nel tempo le loro capacità sul campo di battaglia”.

BIDEN COME TRUMP?

I controlli alle esportazioni stanno dunque svolgendo un ruolo importante nella politica estera di Washington, le cui principali avversarie internazionali sono proprio Pechino e Mosca.

“Negli ultimi anni”, ha spiegato Allen ad Axios, “le amministrazioni Trump e Biden hanno entrambe scelto di mettere la competizione tecnologica al centro della politica di sicurezza nazionale, e hanno quindi scelto di fare dei controlli sulle esportazioni tecnologiche uno degli strumenti cruciali della politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

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