Tra il contante sequestrato nell’abitazione di Eva Kaili e quello che il padre dell’esponente politica greca stava trasportando in una valigia, il “bottino” confiscato dagli inquirenti ammonterebbe a circa 750 mila euro. La stima arriva dal quotidiano belga L’Echo. Si parla di migliaia di banconote in tagli da 20 e 50 euro. Le presunte tangenti arrivate dal Qatar nell’inchiesta sulla corruzione delle autorità europee erano, dunque, così suddivise: 600 mila euro nel bagaglio che stava trasportando il padre della vicepresidente del Parlamento europeo, gli altri 150 mila nell’abitazione dell’ eurodeputata a Bruxelles. Nel frattempo, il governo di Atene ha congelato tutti i beni di Kaili.
Durante la plenaria di Strasburgo di oggi, 12 dicembre, la presidente Roberta Metsola dovrebbe intervenire sullo scandalo che sta minando la reputazione dell’Unione europea. Un portavoce francese di un gruppo all’Europarlamento, all’Ansa, afferma in anonimato che l’inchiesta ha le sfumature di un «Italian job», un «colpo all’italiana», citando il film britannico con Michael Caine. I popolari europei, poi, rincarano la dose, definendo i socialisti italiani «figure tossiche». Brando Benifei, capogruppo del Pd al parlamento europeo, difende il suo partito: «Non vorrei che passasse l’idea che qualcuno è stato realmente influenzato. Certamente ora le indagini andranno a fondo, ma diciamo che la forza politica che io rappresento è stata, contrariamente a Forza Italia o ad altre forze politiche, nel voto, la più dura contro il Qatar».
Questa mattina, il belga Marc Tarabella, eurodeputato socialista (iscritto anche ad Articolo Uno, lo stesso partito di Panzeri) la cui casa è stata perquisita negli scorsi giorni alla presenza di Metsola, si difende dalle accuse in un’intervista a Le Soir: «Non ho mai ricevuto regali dal Qatar». E spiega: «La Coppa del Mondo è stata assegnata al Qatar nel dicembre 2010. Sono stato uno dei primi a sollevare l’obiezione, soprattutto in considerazione del destino poco invidiabile dei lavoratori migranti. Poi le cose hanno iniziato ad evolversi positivamente in Qatar, che è, ad esempio, l’unico Paese della zona ad aver abolito il sistema Kafala. Tutto è lungi dall’essere perfetto, ma ho voluto salutare i progressi compiuti invitando il Qatar a proseguire gli sforzi in questa direzione – sottolinea, raccontando di essere stato l’ultima volta in Qatar nel febbraio scorso – su invito del Comitato nazionale per i diritti umani, insieme a diversi altri parlamentari, per una conferenza internazionale sui social network e i media».
Le mosse di Pasok, il partito greco di Kaili
Andreas Spyropoulos, segretario del Comitato politico centrale del Pasok, il partito greco a cui apparteneva, fino all’espulsione, Kaili, rimarca che «da tempo – la vicepresidente dell’Europarlamento – aveva preso le distanze dall’ideologia e dalla politica del suo partito di appartenenza, per identificarsi con quello al governo di Nea Dimokratia e il Partito popolare europeo». Già ieri, il leader del partito socialista greco, Nikos Androulakis, definiva Kaili «un cavallo di Troia all’interno del Pasok che operava per conto di Nea Dimokratia». Spyropoulos, poi, giustifica così il ritardo nell’allontanamento dal partito, avvenuto soltanto nella scorsa settimana: «Abbiamo deciso immediatamente di estromettere Kaili dal partito a seguito di questo scandalo che colpisce il cuore dell’Europa. Kaili era una “relatrice ombra” della commissione d’inchiesta Pega, istituita dal Parlamento europeo per indagare sullo scandalo intercettazioni, e si è ritenuto che se l’avessimo estromessa in quel momento, sarebbe stata di fatto un’interferenza diretta nei lavori del Parlamento europeo».
La sinistra chiede di votare una risoluzione sul Qatar gate
Manon Aubry, co-presiente del gruppo The Left all’Europarlamento, annuncia che gli esponenti della sinistra chiederanno in apertura di plenaria un dibattito sul Qatar gate, con relativo voto su una risoluzione ad hoc. «Se la nostra proposta di risoluzione sarà sostenuta dagli altri gruppi, la voteremo questa settimana. Dovrà essere molto ferma nella condanna di questi atti e negli insegnamenti da trarre per l’attuazione di regole molto più severe», scrive Aubry su Twitter. Il gruppo della sinistra propone l’istituzione di «una commissione d’inchiesta per far luce sui fallimenti delle istituzioni europee e sulle regole etiche attualmente in vigore».
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