Nel fine settimana le autorità iraniane hanno annunciato di valutare una modifica della legge che obbliga le donne a indossare il velo islamico, l’hijab. Le dichiarazioni del regime sono vaghe e non è chiaro in cosa consista il cambiamento, quanto sarà radicale e quanto invece rimarranno rigide le norme sull’abbigliamento femminile. Secondo il New York Times, ad esempio, un canale televisivo di Stato avrebbe spiegato che queste informazioni sono state estrapolate dal contesto e non è vero che il governo si sta tirando indietro dalla legge sull’hijab obbligatorio.
Almeno però è un segnale di apertura dopo mesi di proteste represse con la violenza. L’obbligo del velo, infatti, è stato il punto di partenza delle proteste iniziate ormai undici settimane fa, dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, giovane donna arrestata a Teheran – proprio perché non indossava in maniera corretta il velo – e morta durante la detenzione.
Un alto funzionario iraniano ha detto anche che l’Iran ha abolito la polizia morale. «La polizia morale è stata abolita dalle stesse autorità che l’hanno installata», aveva detto sabato il procuratore generale Mohammad Javad Montazeri, durante un incontro in cui i funzionari stavano discutendo delle proteste di piazza.
Ma la polizia morale fa capo alla polizia iraniana, non al procuratore generale, e ieri alcune indiscrezioni hanno lasciato intendere che il governo potrebbe cercare di minimizzare le dichiarazioni di Montazeri.
Come spiega il New York Times, infatti, non è chiaro se la dichiarazione costituisca una decisione definitiva del governo teocratico, che non ha ancora annunciato ufficialmente l’abolizione della polizia morale, né l’ha negata.
Anche in caso di abolizione della polizia morale «è improbabile che il cambiamento plachi i manifestanti che si stanno ancora scontrando con altre forze di sicurezza», si legge sul quotidiano americano.
Secondo molti attivisti iraniani le voci sullo scioglimento della polizia morale sono solo una mossa di propaganda da parte del governo per distrarre la folla dalle richieste dei manifestanti che vogliono la fine della Repubblica islamica. La concessione, infatti, sarebbe troppo piccola, troppo poco, troppo tardiva rispetto alle reali esigenze della piazza. Anche Jalal Rashidi Koochi, membro del parlamento iraniano, ha detto che l’abolizione della polizia morale sarebbe «un’azione lodevole ma tardiva».