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Giustizia e informazione, le regole di un gioco pericoloso – Il Riformista

Avanti! della Domenica

Lorenzo Cinquepalmi — 19 Dicembre 2022

Giustizia e informazione, le regole di un gioco pericoloso

Non sono un giornalista, anche se scrivo su un giornale. Non sono un magistrato, anche se porto la toga. Su queste premesse, se non fosse che il rapporto tra giornalisti e magistrati incide in modo importante nella vita della società, mi si potrebbe rimproverare di impicciarmi dei fatti altrui. Il fatto è che, negli ultimi trent’anni, l’esistenza di una consuetudine tra taluni magistrati e taluni giornalisti di tirarsi vicendevolmente la volata nelle rispettive carriere, è stata molto di più di un sospetto. Ed è stata una certezza che tale eventuale consuetudine abbia prodotto molte brucianti ingiustizie.

Del resto, gli uni dispongono della libertà dei cittadini, gli altri della reputazione: sono due aspetti della vita delle persone verso cui il pubblico ha un’attrazione quasi morbosa. Il Ministro di Giustizia, che da anni riconosce l’esistenza di un cortocircuito perverso e pericoloso tra queste due funzioni, la giustizia e l’informazione, così essenziali per la società, ha, di recente, invitato i giornalisti, e per essi i loro rappresentanti, al confronto sul tema della riconduzione a virtù del rapporto tra giustizia e informazione – cioè, tra giornalisti e magistrati. E i giornalisti, attraverso il presidente nazionale dei loro ordini professionali, mostrano di voler accogliere l’invito a ridisegnare il galateo, ma anche le regole meno mondane, del rapporto tra magistratura e stampa.

Certo, della partita dovrebbero far parte anche gli editori, visto che la benzina che ha alimentato e alimenta il motore del rapporto distorto tra informazione e giustizia è il fatturato delle testate che danno voce alle saghe giustiziali. Auguro a Nordio di realizzare anche solo un quarto dei suoi propositi, e che in quel quarto ci sia questa fondamentale riforma. Ma, chissà perchè, se passo in rassegna le facce dei magistrati eretti a leader dal battage giornalistico, e dei giornalisti assurti a magnifiche carriere grazie al favore delle procure, vengo pervaso dal pessimismo dell’esperienza. Coraggio, Nordio: facci vedere chi sei.

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