Non c’è solo Cuneo, anzi, nei piani della famiglia Dogliani. Oltre a farsi proponente del progetto per la costruzione del futuro nosocomio del capoluogo (la prevista valutazione da parte dell’Asl Cn1 è attesa entro la fine di gennaio:
), proprio in questi giorni il gruppo fondato dall’imprenditore di Narzole Matterino Dogliani e che ora vede ai suoi vertici il figlio Claudio, in corsa anche per la costruzione del Parco della Salute di Torino, è infatti tornato agli onori delle cronache piemontesi per quella che il “Corriere della Sera” ha ribattezzato “la guerra del casello”.
Nel retroscena pubblicato martedì dall’edizione torinese del quotidiano di via Solferino si dà infatti conto dell’imminente pronunciamento da parte del Consiglio di Stato in merito alla richiesta di revoca che il Gruppo Gavio di Tortona, tramite la controllata Astm, ha avanzato circa l’assegnazione, avvenuta nel 2021, della gara da 2,022 miliardi di euro con la quale nel 2019 il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti aveva inteso aggiornare per una durata di 144 mesi (12 anni) le concessioni relative alla gestione di quattro importanti tratte autostradali piemontesi fino ad allora in capo a Gavio e tuttora gestite dal gruppo alessandrino in regime di prorogatio: si tratta infatti della A21 Torino-Piacenza, A5 Torino-Quincinetto, della Bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià e del Sistema Autostradale Tangenziale di Torino (Satt).
Una parte rilevante della rete autostradale piemontese, insomma, che nel 2021 fu assegnate al Consorzio Stabile Sis, società che tramite la Fininc fa capo proprio ai Dogliani, all’esito di una gara dalla quale il gruppo alessandrino – che con la controllata Asti Cuneo Spa è concessionario anche dell’A33 ora in fase di completamento, della Torino-Savona con la società Autostrada dei Fiori e pure della A4 Torino-Milano –, venne invece escluso “a causa di un errore formale nella presentazione dell’offerta” da parte di un’altra sua controllata, la Società Autostrade Ligure Toscana (Salt), che non avrebbe avuto i requisiti di costruttore previsti dal bando.
Dopo una serie di ricorsi e controricorsi, la vicenda è finita al massimo grado della giustizia amministrativa. Nel dicembre scorso l’adunanza plenaria di Palazzo Spada ha valutato le richieste delle parti, in attesa di una sentenza che potrebbe arrivare forse già a febbraio.
Un partita miliardaria, quella che si sta giocando sull’asse tra Cuneo e Alessandria, come conferma il valore dell’affidamento, ma anche guardando al gettito ricavato già oggi dalla gestione delle quattro tratte torinesi, stimato in 26 milioni di euro al mese.