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Il grande freddo attacca il cuore: come difendersi – Impronta Unika

Con l’abbassamento delle temperature e la bianca coltre di neve che ricopre la nostra penisola, è necessario sapere come difendersi dalle insidie del grande gelo. E gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) sono prodighi di consigli, soprattutto per i soggetti più a rischio, come anziani, persone fragili e con malattie croniche.

Con gli inverni caratterizzati da fenomeni estremi sempre più frequenti, gli esperti ci consigliano come prepararci. “In Italia, una giornata invernale può variare da 0°C a -20°C”, afferma il presidente della SIMI Roberto Longo.

“Il concetto di ‘freddo estremo’ rimane molto relativo: temperature vicine allo zero possono essere considerate ‘estreme’ in Sicilia, mentre sono del tutto normali in Abruzzo o in Alto Adige, regioni più abituate al grande freddo invernale e quindi più attrezzate”. Secondo Longo, ogni anno almeno il 7% di tutti i decessi può essere attribuito al freddo; un tema di grande attualità in tempi di crisi energetica come quelli che stiamo vivendo.

Occhio al cuore

Quando l’inverno si avvicina e il clima diventa più freddo, molti pensano a influenza, raffreddore e virus respiratori. Ma in realtà, una delle peggiori minacce del “generale inverno” è rappresentata dal sistema cardiovascolare.

Con un aumento dell’incidenza di infarti, ictus e un peggioramento della malattia arteriosa periferica (o PAD), il Prof. Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna, avverte che “il rischio di malattie cardiovascolari durante il ‘generale inverno’ è più alto che in qualsiasi altra stagione”.

Nei mesi invernali, le persone affette da malattie cardiovascolari sono particolarmente vulnerabili al freddo. Ciò è dovuto al modo in cui l’organismo reagisce al freddo: la vasocostrizione, che significa che i vasi sanguigni si restringono, riducendo il flusso sanguigno e aumentando la pressione arteriosa.

“La vasocostrizione può provocare dolori crampiformi alle gambe”, spiega il Prof. Sesti, “che spesso peggiorano in chi soffre di arteriopatia periferica (PAD). È importante essere consapevoli di questo fattore di rischio durante i mesi invernali”.

In inverno, l’apparato respiratorio risente dell’abbassamento delle temperature. E non stiamo parlando solo di influenza e virus respiratori che circolano abbondantemente in inverno. “In questa stagione”, continua Sesti, “si assiste a un’esacerbazione di malattie respiratorie croniche come la bronchite ostruttiva (Bpco) e l’asma, perché il passaggio dell’aria fredda lungo le vie aeree provoca irritazione e di conseguenza tosse, aumento delle secrezioni catarrali e respiro difficile e affannoso (dispnea).

Per questo motivo, è importante evitare di uscire di casa nelle ore più fredde, proteggere bene naso e bocca con una sciarpa (e una mascherina, soprattutto quando si sale su mezzi pubblici affollati) per riscaldare l’aria che inaliamo; sarà inoltre necessario valutare con il proprio medico l’opportunità di aggiungere una “puff” di broncodilatatore/antinfiammatorio in terapia. Chi soffre di asma dovrebbe sempre avere con sé un inalatore per una “boccata” di emergenza. Le persone affette da Covid da lungo tempo devono prestare particolare attenzione quando fa freddo perché, secondo una revisione recentemente pubblicata su The BMJ, la loro funzione polmonare può rimanere compromessa per un periodo di tempo variabile dopo l’infezione da Covid e questo le espone a un rischio maggiore di infezioni respiratorie.

Il freddo e l’umidità non fanno bene alle ossa e alle articolazioni. Lo sanno bene tutti coloro che soffrono di malattie reumatiche infiammatorie o di artrosi, anche se non è ancora stata trovata una spiegazione scientifica convincente per questo fenomeno.

“È quindi necessario coprirsi adeguatamente per tenersi al caldo”, ricorda il professor Sesti, “indossare guanti e giacche impermeabili se si esce di casa; chi soffre del fenomeno di Raynaud (un’importante vasocostrizione periferica soprattutto nelle dita delle mani, che diventano bianche, poi violacee e rosse con molto dolore), deve fare particolare attenzione agli sbalzi di temperatura (proteggere bene le mani dal freddo ed evitare di metterle sul termosifone o nell’acqua calda una volta rientrati a casa); eliminare assolutamente il fumo, che può aggravare il fenomeno.”

Il modo migliore per evitare il disagio non è solo coprirsi, ma anche prendersi cura delle articolazioni: “Per rinforzare le ossa”, consiglia, “in particolare fare regolarmente esercizio fisico”.

Anche se siete costretti a stare in casa a causa del maltempo, è comunque importante alzarsi spesso dalla sedia o dal divano e fare qualche esercizio a casa. Anche con l’aiuto di un peso di un chilo, sarete in grado di aumentare il battito cardiaco e di mantenere le articolazioni più flessibili.

È bene anche fare il pieno di vitamina D e di calcio (con latte e latticini a basso contenuto di grassi, su consiglio del medico), soprattutto se non si esce di casa o non ci si espone alla luce del sole. Un marciapiede ghiacciato o addirittura bagnato dalla pioggia, un berretto tirato sugli occhi o un ombrello aperto che riduce la visibilità possono rappresentare un pericolo e favorire una caduta che, nelle persone fragili e anziane, può essere pericolosa.

Quando le temperature iniziano a scendere, è importante ricordare che il freddo può essere pericoloso.

“Meglio dunque prevenire questo rischio – consiglia il professore Sesti – uscendo di casa, se possibile, solo nelle ore centrali della giornata, rese più tiepide dal sole ed evitando di uscire sotto la pioggia o la neve.

Indossare calze di lana e scarpe comode con suola antiscivolo e con un buon ‘grip’ e preferire i cappelli di lana a quelli a tesa larga o a cloche, per non ostacolare la visibilità. Le persone con neuropatia diabetica (un danno ai nervi delle estremità) devono fare particolarmente attenzione perchè possono non accorgersi che i piedi stanno diventando troppo freddi, esponendosi al rischio di geloni o di un principio di congelamento”, conclude Sesti. 

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