“La settimana scorsa credo di aver superato il record di numero di accessi ambulatoriali, tra i 30 e i 40 ogni giorno. Stessa cosa per ricette e prescrizioni, in media 150”.
Numeri che raccontano dell’ondata influenzale che si sta registrando in Italia in questi giorni, arrivata con almeno una ventina di giorni d’anticipo rispetto agli anni scorsi. A darli è il dottor Luciano Bertolusso, sommarivese, medico di base e segretario provinciale della Federazione italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), il sindacato più rappresentativo dei medici di base.
Dal 28 novembre al 4 dicembre 2022, il numero di casi di sindromi simil-influenzali ha fatto registrare l’incidenza più alta dal 2009. E il Piemonte è tra le regioni con il maggior numero di casi.
Non è da escludere che a Natale ci possa essere una seconda ondata. Nessuno può prevederlo, al momento. L’australiana – questo il nome dell’influenza stagionale – sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, perché sono migliaia, anche nella nostra provincia, le persone ammalate. Bertolusso, infatti, parla a nome di tantissimi colleghi sparsi sul territorio.
“Dopo due anni di Covid e di assenza dell’influenza, tra mascherine e distnziamento, stiamo registrando un’ondata molto virulenta, anche perché si è persa la memoria immunitaria degli anni scorsi. E’ un tipo di influenza non esente da gravi complicanze respiratorie, come le polmoniti. A questo si aggiunge anche una minore risposta alla campagna vaccinale antinfluenzale. Le persone sono psicologicamente provate in questo senso, avendo dovuto fare più dosi di vaccino contro il Covid. La campagna è iniziata tra fine ottobre e inizio novembre, ma la risposta è stata inferiore agli anni scorsi”, spiega il medico.
Gli “untori” sono i bambini, come sempre. Tanti quelli ammalati. Le classi sono dimezzate. “Di solito lo scambio di virus avveniva a Natale, con i regali – scherza Bertolusso –. Quest’anno è avvenuto decisamente prima, anticipando di un mese la curva epidemica”.
“Siamo travolti – non stenta ad ammettere –. Abbiamo pazienti con febbre molto alta e sintomi respiratori e gastrointestinali molto violenti”.
Come distinguerli dai sintomi del Covid? Proprio dalla violenza e dalla rapidità di sviluppo dei sintomi. “Chi prende il Covid e ha completato il ciclo vaccinale, ha una febbricola più bassa. Se le cose si complicano, succede solo dopo 4 o 5 giorni. Il Covid non è passato, non se ne parla più, ma c’è ancora chi finisce in ospedale, è bene ricordarlo. Invece, l’influenza di questo periodo è da subito aggressiva, la temperatura sale sopra i 39 gradi nel giro di 24 ore. E può avere pesanti complicazioni. La scorsa settimana cinque dei miei pazienti sono stati ricoverati per polmonite. L’invito è a vaccinarsi, anche in vista dei prossimi mesi, in cui è difficile prevedere cosa accadrà”, conclude Bertolusso.
[Il dottor Bertolusso, guida il sindacato provinciale dei medici di base]