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Influenza, sintomi nei bimbi e quando serve andare in Pronto soccorso – Impronta Unika

Sono in forte aumento i casi di influenza che si registrano in questo periodo nei bambini. A tracciare un quadro di quelli che sono i sintomi, all’AdnKronos, è Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (Sip). Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Vediamo tanti accessi di bambini in pronto soccorso. La caratteristica di questa sintomatologia influenzale è una febbre alta, superiore a 38 gradi, con punte anche di 39-40, e questo spaventa molto i genitori. Poi si crea questa tosse stizzosa, che può durare” anche “2 o più settimane. Quindi anche il fatto che la tosse non passi è motivo in più di allerta per i genitori che tendono ad andare nuovamente dal pediatra. E per una singola sintomatologia influenzale non c’è più solo un accesso, ma accessi ripetuti a cure mediche, che siano in ambulatorio o in Ps”.

Quando allarmarsi? Sotto i 3 mesi di vita – spiega la pediatra infettivologa – quando compare febbre non bisogna aspettare ad andare in ospedale”. Ci sono delle ‘spie rosse’ da tenere d’occhio: “Quando il bimbo ha difficoltà respiratoria si vede il torace che si muove come una fisarmonica e a livello del giugulo, vediamo che la fossettina alla base del collo si alza e si abbassa, e c’è un alitamento delle pinne nasali, cioè anche le due narici si muovono, perché è come se il bimbo non riuscisse a respirare: utilizza tutta la muscolatura accessoria per farlo”.

La stagione dei virus respiratori quest’anno è “in anticipo e intensa”. Il quadro, spiega l’esperta, è “omogeneo in tutta Italia, con qualche variabilità da regione a regione e da ospedale a ospedale. Ma tutti stiamo assistendo a un incremento della sintomatologia soprattutto nell’ultima settimana, con dati confermati anche dal bollettino Influnet” che mostrano come siano sotto attacco “specie gli under 5, e in particolare i bimbi sotto i 2 anni”, una fascia in cui “da una settimana all’altra si è passati da 29 casi su mille assistiti a oltre 40 su mille”.

E non c’è solo l’influenza: “C’è tutta una serie di altri virus che poi camminano insieme. E ci capita di vedere bambini che non hanno soltanto uno, ma più virus, che ovviamente si potenziano insieme. Si tratta di coinfezioni di virus influenzale con rinovirus e Rsv che colpiscono in contemporanea o a breve distanza e si riscontra a livello dell’aspirato nasale del bimbo la presenza di più germi. Questo va ovviamente a creare maggiore attenzione“.

Nei reparti dei piccoli a farla da padrone sono i virus respiratori: negli accessi pediatrici “la patologia 9 volte su 10 è respiratoria, in queste settimane è il problema principale. E una buona percentuale dei casi ricoverati è proprio legata al virus respiratorio sinciziale. Sono soprattutto bimbi molto piccoli, sotto i 2 anni e in particolare sotto l’anno di vita, che hanno necessità di supplementazione per respirare”.

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