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Lavoro, il rebus resta senza soluzione: un

In quasi un caso su due l’assunzione resta un miraggio. Lo dicono (ancora una volta) le aziende piemontesi secondo i dati Excelsior – Unioncamere. In particolare, il 45% delle imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. E anche se il dato è il lieve calo rispetto a novembre (47%), la tendenza resta piuttosto marcata, ma soprattutto superiore del 14% sul periodo pre Covid

I motivi restano la mancanza di candidati (29%), ma anche l’inadeguata preparazione dei candidati (12%).

I profili più difficili da trovare

Tra i profili più difficili da reperire in regione a dicembre 2022 si segnalano: Dirigenti e Direttori (l’80% è di difficile reperimento), Medici e altri specialisti della salute, per i quali la difficoltà di reperimento è del 79%,  Farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita (si trova difficoltà nel 78% dei casi), Operatori della cura estetica (270 figure ricercate con difficoltà nel 73% dei casi), Operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, con 220 figure ricercate nel mese e un grado di difficoltà del 69% e Operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori, con una difficoltà di reperimento pari al 69% e circa 1.060 figure ricercate.

In linea generale sono 23.070 i lavoratori ricercati dalle imprese piemontesi per il mese di dicembre 2022 e 86.470 per l’intero trimestre dicembre 2022 – febbraio 2023.

Rispetto a un anno fa si registra una flessione delle previsioni di assunzione, in conseguenza del rallentamento dell’economia causato dalla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica, dalla crescita dell’inflazione e dal costo del denaro. Le previsioni delle imprese segnano una diminuzione consistente: a livello mensile, le assunzioni previste a dicembre 2022 perdono 6.420 unità rispetto a quelle di dicembre 2021. A livello trimestrale il calo appare ancora più intenso, le entrate programmate per il periodo dicembre 2022- febbraio 2023 risultano inferiori di 24.430 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se il confronto, invece, viene effettuato col periodo pre-pandemico (dicembre 2019-febbraio 2020), si rilevano 1.370 entrate in più a livello mensile e 10.740 in più nel trimestre.

Otto su dieci saranno dipendenti

L’80% delle entrate delle aziende piemontesi riguarderà lavoratori dipendenti, il 13% lavoratori somministrati (in netta diminuzione rispetto al mese precedente quando pesava il 21%), il 2,4% collaboratori e il 4,7% altri lavoratori non alle dipendenze.

La domanda di lavoro è trainata dai contratti a tempo determinato con il 59% delle entrate programmate (erano il 62% a novembre 2022), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi e dai contratti di apprendistato con il 9%. Pesano, infine, il 4% gli altri contratti.

Laureati, diplomati e qualifiche professionali

Delle 23.070 entrate previste in Piemonte nel mese di dicembre 2022, il 16% è costituito da laureati, il 28% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 21% e il 34%.

A livello settoriale sono sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 16.410 entrate, il 71% del totale (4.560 unità in meno rispetto a quanto previsto a dicembre 2021). L’industria prevede 6.660 entrate, generando circa il 29% della domanda totale del mese e segnando un calo di 1.860 entrate rispetto a dicembre 2021. Nel dettaglio 5.000 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 1.660 quello edile.

Tra i servizi si rileva un forte interessamento del commercio, 11.340 entrate previste nel trimestre in esame, pari al 13% delle 86.470 entrate complessive del periodo dicembre 2022 – febbraio 2023, dei servizi alle persone (10.860 entrate) e dei servizi di alloggio e ristorazione/servizi turistici con 9.490 assunzioni (11% del totale).

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