«Avevamo più di 230mila tonnellate di prodotti siderurgici pronti a essere spediti. Sono stati rubati dai russi. Stiamo documentando tutto: fa parte della nostra causa contro la Russia, presentata alla Corte europea dei Diritti umani, per il sequestro e la devastazione dei nostri impianti e per il furto dell’acciaio. Li citeremo per danni fino all’ultimo centesimo».
Yuriy Ryzhenkov, amministratore delegato di Metinvest, il primo gruppo industriale ucraino e uno dei leader mondiali nell’acciaio, ha parlato a un pool di quattro quotidiani europei tra cui il Corriere della sera. Raccontando le falle del sistema di sanzioni a Mosca. «L’ottavo pacchetto di sanzioni europee, di ottobre, include la vendita di acciaio russo all’Ue», spiega. «Purtroppo però lì c’è una scappatoia, che concede un periodo di grazia di due anni a molti produttori russi per le vendite di semilavorati in Europa».
Ovvero, prosegue, «gli importatori europei di questi semilavorati, che acquistano dalla Russia a prezzi fortemente scontati, sono avvantaggiati rispetto agli altri produttori che si rifiutano di comprare dai russi. Questi ultimi si trovano in una situazione di svantaggio, compresi noi con gli impianti Metinvest in Italia e nel Regno Unito. Così la Russia sottrae ingiustamente quote di mercato a produttori più prudenti, come noi o altri. Spero che i prossimi pacchetti chiudano questo buco nelle sanzioni».
Per cui «non si può escludere del tutto» che in Europa stiamo comprando dai russi acciaio rubato a Mariupol, dice. «L’acciaio viene consegnato con un certificato di origine», ma «in teoria» si può comunque comprare qualcosa che è stato rubato a Mariupol e portato in Europa. Come? «Le persone potrebbero presentare documenti falsi. Non è la prima volta che la Russia ruba beni industriali all’Ucraina, è già successo nel 2014, 2015 e 2016. Hanno rubato da altri nostri stabilimenti nel Donbass, per esempio».
I Paesi europei importano ancora acciaio dalla Russia sono molti. «I maggiori importatori di acciaio russo sono tradizionalmente aziende in Belgio e in Italia», dice Yuriy Ryzhenkov. «Immagino che rimangano importatori tradizionali. In Belgio c’è una filiale russa, un produttore di acciaio russo. Sarei sorpreso se non utilizzassero quella scappatoia per importare i loro semilavorati».
L’amministratore delegato dello stabilimento di Mariupol chiede quindi a Bruxelles di inasprire le sanzioni sull’acciaio russo, perché «lasciando questa scappatoia, si mettono in difficoltà i produttori europei coscienziosi, che non vogliono sponsorizzare l’aggressione. Così l’Ue mette in difficoltà i suoi stessi operatori che vogliono sostenere l’Ucraina». E l’Ue sta mettendo Metinvest in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti russi.