LUTTO Ieri sera, sabato 17 dicembre, intorno alle 23, è deceduto il cardinale e arcivescovo emerito di Torino, Severino Poletto. Aveva 89 anni. Lo ricordiamo al Signore per il suo impegno pastorale e gli siamo riconoscenti per la sua frequente presenza e vicinanza anche nella diocesi albese.
Alleghiamo la sua biografia pubblicata sul sito della diocesi torinese:
«Vengo tra voi con nessun’altra intenzione che fare della mia vita un’immolazione, un’offerta gradita a Dio. Desidero professare davanti al Signore e a voi che così io intendo vivere il mio servizio episcopale: come un’offerta totale della mia vita, fino all’ultimo respiro, per annunciare Gesù Cristo e per cercare esclusivamente di esservi guida ed esempio per aiutarvi a camminare nella sequela di Cristo, unica condizione per raggiungere la salvezza». Sono le parole con cui Monsignor Severino Poletto si è «presentato» alla Chiesa e alla città di Torino il 5 settembre 1999, nell’omelia della Messa d’ingresso, celebrata sul sagrato del Duomo. La «dedizione» Mons. Poletto ha provveduto a praticarla da subito: nei primi mesi del suo ministero ha incontrato personalmente tutti i preti della diocesi (circa 700), in una «Visita pastorale al clero» del tutto nuova per la Chiesa di Torino; ha anche riunito in diocesi, per una settimana, i 18 missionari torinesi «fidei donum» che lavorano in 4 continenti. In diocesi ha avviato la preparazione del Piano pastorale decennale e della riforma della Curia metropolitana. Mons. Poletto ha animato da subito anche significativi momenti «pubblici» della Chiesa torinese, come i lavori di preparazione dell’ostensione giubilare della Sindone, e proponendo il Convegno «La Chiesa incontra la città» che, svoltosi nel giugno 2000, ha segnato un punto alto di confronto fra l’archidiocesi torinese e le massime rappresentanze delle istituzioni civili.
La vita del Cardinale è quasi il simbolo di una lunga stagione della recente storia piemontese, quella del secondo dopoguerra: nato in Veneto (Salgareda, diocesi e provincia di Treviso, 18 marzo 1933), Severino Poletto seguì la famiglia, venuta in Piemonte a cercare quel lavoro che allora scarseggiava nel Nord Est italiano. Ultimo di 11 figli (di cui due morti in tenera età), ricevette il Battesimo il 29 marzo 1933 nella parrocchia S. Michele Arcangelo in Salgareda e ivi fu cresimato il 17 novembre 1940 da Mons. Antonio Mantiero, Vescovo di Treviso.
La famiglia Poletto si trasferì in Piemonte nel 1952, dapprima a Rosignano Monferrato e poi a Terranova di Casale. Dopo aver iniziato gli studi seminaristici a Treviso, nel 1953 – anno della morte del papà – egli passò al Seminario Maggiore di Casale Monferrato. Ricevuta l’Ordinazione presbiterale dal Vescovo Mons. Giuseppe Angrisani il 29 giugno 1957, fu inviato come viceparroco a Montemagno e vi restò per quattro anni. Nello stesso anno dell’ordinazione perse anche la madre, in un incidente stradale. Fu successivamente prefetto di disciplina del Seminario di Casale e direttore dell’Opera diocesana Vocazioni.
Venne nominato, nel 1965, parroco a Maria SS. Assunta in zona Oltreponte di Casale, zona di immigrazione e di residenza operaia; senza mai definirsi «prete operaio» nel senso tradizionale del termine, lavorò tuttavia a metà tempo per alcuni anni in una fabbrica nella zona della sua parrocchia. Della sua esperienza di parroco, che durò 15 anni, il Cardinale ricorda soprattutto l’intenso impegno su un duplice fronte: l’attuazione del Concilio Vaticano II per quanto riguarda la liturgia e la promozione del laicato, e l’avvio di una serie di iniziative volte a coinvolgere i credenti in una sempre maggiore «responsabilità» nella pastorale e nell’evangelizzazione. Nel 1973 curò la fondazione del Centro diocesano per la pastorale della famiglia, con corsi per fidanzati e Consultorio. Fu coordinatore della grande Missione cittadina nel 1974, nel 500° anniversario di fondazione della diocesi di Casale Monferrato. Nel 1977 conseguì la licenza “summa cum laude” in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana presso la Pontificia Università Lateranense; nell’autunno del medesimo anno fu nominato Delegato Vescovile per la pastorale.
La «stagione episcopale» comincia nel 1980: a 47 anni Mons. Poletto è nominato dal Papa (3 aprile) Vescovo Coadiutore di Mons. Giovanni Dadone, Arcivescovo – Vescovo di Fossano. Sabato 17 maggio 1980, nella Cattedrale casalese di S. Evasio, l’Arcivescovo di Torino Card. Anastasio Alberto Ballestrero conferiva a Mons. Poletto l’Ordinazione episcopale ed il successivo 22 giugno la diocesi di Fossano lo accoglieva come Pastore.
Per dieci anni Mons. Poletto è stato segretario della Conferenza episcopale piemontese; nella Conferenza episcopale italiana è attualmente membro del Consiglio permanente e ha partecipato, dal 1985, alla Commissione per la famiglia di cui è stato anche presidente.
A Fossano Mons. Poletto si dedicò con entusiasmo in particolare ai giovani, alla famiglia, alla formazione di catechisti per adulti: sono gli ambiti più importanti sui quali ha stimolato l’operosa attività delle forze vive di quella diocesi. Nel 1986 nasce a Fossano la sezione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose che «serve» tutte le 5 diocesi della provincia di Cuneo.
Il 16 marzo 1989 a Mons. Poletto fu affidata la diocesi di Asti e l’11 giugno successivo vi iniziò il ministero pastorale, continuando ad essere apprezzato e richiesto predicatore di esercizi spirituali rivolti a clero, religiose e varie categorie di laici. Anche qui dieci anni intensi, caratterizzati dalle «Missioni diocesane» rivolte ai giovani, agli sposi, ai bambini e ragazzi, agli anziani. Ad Asti Mons. Poletto avvia la sperimentazione delle «Unità Pastorali», per razionalizzare e rendere più efficace la presenza e il servizio della Chiesa sul territorio. Il 25 – 26 settembre 1993 accoglie il Papa ad Asti: durante quella visita Giovanni Paolo II proclamò Beato l’astigiano Mons. Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di S. Giuseppe.
L’«avventura» torinese comincia il 19 giugno 1999, con il trasferimento deciso dal Santo Padre da Asti a Torino, per succedere al Card. Giovanni Saldarini. La città lo accoglie con attenzione ed entusiasmo: migliaia di persone sono presenti il 5 settembre nella piazza del Duomo; insieme ai numerosi torinesi si trovano rappresentanze di Casale, Fossano, Asti, Treviso, Salgareda: tutte le tappe della vita dell’Arcivescovo. In Duomo accoglierà poi, il 12 agosto 2000, gli oltre 30 mila giovani in viaggio verso Roma per le Giornate mondiali della gioventù, in cui lo stesso Arcivescovo è chiamato a guidare tre catechesi. Di fronte alla Sindone il Custode accoglie anche gli scienziati riuniti da tutto il mondo per il primo Simposio internazionale di studi sindonici (marzo 2000) e, durante l’ostensione, numerosi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi venuti a guidare il pellegrinaggio delle loro comunità a quel Volto misterioso. In particolare giunge, per la prima volta in Italia in visita ufficiale, la delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca, guidata dal Metropolita Kirill.
Il 21 gennaio arriva ed a Torino è accolta con gioia la notizia della creazione a Cardinale: un «onore» che l’interessato ha voluto dedicare, più che a se stesso, alla diocesi tutta e alla città di Torino. L’Arcivescovo riceve la berretta cardinalizia nel Concistoro del 24 febbraio 2001, sul sagrato della basilica di San Pietro, insieme con altri 36: sono i primi cardinali del terzo millennio cristiano. Al Card. Poletto tocca il «titolo» di S. Giuseppe alla Via Trionfale. Partono, a Torino, le consultazioni per la costruzione di una nuova parrocchia nella zona di nuova espansione della città. La nuova parrocchia sarà anche la sede degli uffici della Curia metropolitana, poco accessibile a causa delle limitazioni di traffico nel centro storico.
Il 2001 è l’anno in cui l’Arcivescovo di Torino lancia anche il suo programma pastorale; con la Lettera «Costruire insieme» (che richiama nel titolo la «Camminare insieme» del card. Pellegrino del 1971) il Card. Poletto invita l’intera comunità diocesana e anche la società civile del territorio torinese a coinvolgersi nella grande Missione che impegnerà la Chiesa subalpina nel prossimo decennio. Al centro della Missione c’è l’esigenza di ripartire dalla «prima evangelizzazione», cioè di un annuncio efficace, credibile, visibile di Gesù Cristo e della sua salvezza a tutti. Una Missione che rispetti le convinzioni e le esperienze di ciascuno, ma che proponga, con umiltà e serenità, la buona notizia della salvezza cristiana.
La Missione si articola in quattro grandi ambiti che riguardano le fasce d’età a cui maggiormente si punta: ragazzi, giovani, coppie e famiglie, anziani. Il 2001 è però prima di tutto un anno di preparazione: nella preghiera, e con un accento particolarmente forte sulla spiritualità, attraverso momenti specifici di adorazione eucaristica, preghiera comunitaria, meditazione. Nello stesso periodo vengono avviati gli incontri tecnici di preparazione per gli operatori della Missione, e l’Arcivescovo continua a presentare il Piano pastorale diocesano alle diverse categorie di persone.
Il 29 gennaio 2002 l’incontro con i docenti cattolici degli atenei torinesi vede la partecipazione di oltre 200 persone, con la presenza anche dei magnifici rettori e dell’Università e del Politecnico di Torino.
Nella seconda metà del mese di febbraio 2002 il Cardinale Arcivescovo compie una visita pastorale ai sacerdoti torinesi “Fidei donum” che lavorano da molti anni in Brasile e Argentina. Visita le comunità che sono affidate al loro ministero e incontra i Vescovi di quelle diocesi.
Invitato dal sindaco di Torino e dal presidente del Consiglio comunale, il 7 maggio 2002 il Cardinale si reca in visita ufficiale a Palazzo Civico, dove in Sala Rossa incontra, alla presenza del anche del Prefetto di Torino e dei Presidenti della Regione e della Provincia, il Sindaco, gli assessori, il presidente del Consiglio Comunale, i presidenti delle Circoscrizioni della città ei dirigenti dei servizi comunali, ascoltando gli interventi dei presenti e proponendo una propria riflessione sulla situazione di Torino e sulla collaborazione possibile tra Chiesa e Istituzioni civili.
Nell’autunno 2002 si aggrava la crisi della Fiat. Il Cardinale sostiene e incoraggia tutti con la propria preghiera personale e quella di tutta la Chiesa torinese; egli inoltre incontra personalmente e in più occasioni i responsabili della Fiat, i dirigenti sindacali e anche gruppi diversi di lavoratori.
Nel mese di febbraio 2003 il Cardinale invita più volte la Chiesa di Torino, sia a livello parrocchiale, sia come intera Diocesi, a scongiurare il dramma della guerra in Iraq e la sera dello stesso scoppio della guerra riunisce la Comunità diocesana in una partecipatissima veglia di preghiera al santuario della Consolata.
Alla fine del mese di febbraio 2003 il Cardinale visita i sacerdoti “Fidei donum” che lavorano da molti anni in Guatemala. Incontra le comunità che sono affidate al loro ministero e i Vescovi di quelle diocesi. Analogo viaggio pastorale compie all’inizio di aprile recandosi in Kenya dove, oltre a incontrare i sacerdoti di Torino che lavorano a Lodokejek, ne accompagna uno che inizia il proprio ministero come “Fidei donum” tra la popolazione del luogo.
Nell’ambito dello sviluppo del Piano Pastorale diocesano prosegue il cammino per la definizione dei raggruppamenti di parrocchie e con decreto del 5 marzo 2003 il Cardinale costituisce le Unità Pastorali nell’intero territorio dell’Arcidiocesi, “ad experimentum” per la durata di 5 anni. Il documento “Orientamenti e norme” per le Unità pastorali entra in vigore il 1° settembre 2003. Continua, nell’ambito del magistero episcopale del Cardinale, la predicazione di corsi di esercizi spirituali, rivolti in particolare ai sacerdoti, ai diaconi permanenti e alle religiose, oltre ad una “tre giorni” che ogni anno propone ai giovani diciottenni della diocesi.
La devozione mariana del Cardinale Poletto si esplica nella predicazione che egli stesso propone nel santuario torinese della Consolata, ogni anno durante il mese di giugno, nei giorni della festa della patrona della Diocesi, in altri santuari o chiese dedicate a Maria presenti sul territorio diocesano e nella guida al pellegrinaggio diocesano alla Grotta di Lourdes (mese di settembre).
Alla fine del mese di settembre 2003, il cardinale inizia la visita pastorale a tutte le Unità Pastorali dell’Arcidiocesi. Il calendario definito prevede nel corso dei prossimi 5 anni la visita del Cardinale alle 64 unità pastorali della diocesi secondo un programma che si realizza a livello di ogni unità pastorale e a livello delle singole parrocchie. Per ogni Unità è prevista una celebrazione di apertura ed una di chiusura della visita; l’incontro personale con tutti i sacerdoti e i diaconi; un incontro con i fanciulli, con i giovani, con gli sposi e i genitori, con gli anziani, con i membri dei consigli parrocchiali e con gli operatori pastorali, con le religiose e i religiosi, con gli amministratori pubblici. Nelle singole parrocchie è programmata una celebrazione eucaristica festiva.
Il 12 giugno 2004 il Cardinale ordina vescovo di Zè Doca, in Brasile, mons. Carlo Ellena, sacerdote “Fidei donum” della diocesi di Torino, che per tanti anni ha lavorato tra le comunità cristiane di quella regione dello stato del Maranhao.
L’8 dicembre 2006 inaugura il complesso del Santo Volto, la parrocchia e la nuova curia progettate dall’architetto Mario Botta
Nell’anno pastorale 2007-2008, conclude le missioni diocesane e la vista pastorale in tutte le Unità della diocesi , indice l’anno della Redditio Fidei che si conclude il 2 giugno con il pellegrinaggio della diocesi a Roma e l’udienza con Benedetto XVI. In questa occasione viene annunciata l’Ostensione della Sindone e la possibile visita del Papa a Torino per la venerazione del Telo.
Il 10 aprile del 2010 apre la solenne ostensione della Sindone che si conclude il 23 maggio, Solennità di Pentecoste. Un’ostensione all’insegna del motto “Passio Christi, passio hominis” che ha visto sfilare di fronte al Telo oltre 2 milioni di pellegrini da tutto il mondo.
Lunedì 11 ottobre 2010 annuncia il nome del suo successore: monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Vicenza, che prende possesso della Cattedra di San Massimo il 21 novembre successivo.