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Niente pagamenti elettronici sotto i 60 euro? Quasi due italiani su tre non sono d'accordo col governo Meloni: il sondaggio – Il Fatto Quotidiano

Solo un italiano su tre è d’accordo con la proposta di rimuovere l’obbligo per esercenti e commercianti di accettare pagamenti elettronici fino a 60 euro. E’ quello che emerge dall’ultimo sondaggio di Euromedia research per il quotidiano La Stampa. L’istituto guidato da Alessandra Ghisleri ha cercato di misurare i sentimenti degli elettori relativi alla manovra economica varata dal governo di Giorgia Meloni.

Nelle legge di bilancio, come è noto, si prevede una soglia minima sotto la quale i consumatori potrebbero essere obbligati a pagare con denaro contante. Un provvedimento che viene bocciato dalla larga maggioranza degli elettori (56,2%), capprovato solo 34,4%, mentre il 9,4 non si è esposto. Delusi da questo provvedimento, tra l’altro, un elettore su due della Lega, uno su tre di Forza Italia e un terzo di quelli che votano Fratelli d’Italia. Da segnalare che la categoria che maggiormente approva la soglia minima per pagare col bancomat o con le carte di credito è quella dei commercianti: il 65,2% si dichiara favorevole al cash sotto i 60 euro.

Sul resto della manovra, invece, il sondaggio pubblicato da La Stampa elenca alcune categorie di lavoratori che secondo gli intervistati sarebbero particolarmente favoriti o penalizzati dalla misure varate dal governo: tra i primi ci sono imprenditori, lavoratori autonomi, commercianti, proprietari di ristoranti, bar, stabilimenti balneari. Tra i secondi, invece, i lavoratori dipendenti, i disoccupati, i giovani e in generale le fasce meno abbienti. In generale secondo il 41,6% degli intervistati il prossimo anno si pagheranno le stesse tasse del 2022, mentre il 21,9 pensa che le tasse aumenteranno. Solo il 17,4% pensa di poter paagare di meno, mentre il 55,9% considera insufficiente questa manovra alla luce dei dati sull’inflazione.

A livello di consenso dei partiti, invece, il sondaggio dell’istituto guidato da Ghisleri fa registrare variazioni minime: i 5 stelle perdono due decimali (16,6%), guadagnati dal Pd (17,4), Fdi è dato al 28,1. Crescono di due o tre decimali anche la Lega (9,8%), Azione-Italia viva (8,4), Forza Italia (7,3), Alleanza Verdi Sinistra (3,2). Gli indecisi e gli astenuti sono al 31,8%.

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