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Palazzo Chigi sul caso Cospito: “Lo Stato non scende a patti con chi minaccia” | Notizie.it

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Dopo le proteste degli anarchici in Italia e in Europa, Palazzo Chigi ha espresso con fermezza la propria posizione sul caso Cospito.

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A poche ore dai disordini causati in alcune città italiane ed europee dagli anarchici, Palazzo Chigi ha diffuso una nota sul caso Cospito, ribadendo che lo Stato italiano non scenderà “a patti con chi minaccia”.

La nota di Palazzo Chigi sul caso Cospito

“Lo Stato non scende a patti con chi minaccia”. Lo ha ribadito ancora una volta Palazzo Chigi dopo le proteste degli anarchici che si sono diffuse a macchia d’olio in diversi Paesi europei. Le manifestazioni hanno scosso città come Berlino e Barcellona ma anche, in Italia, Torino, Trento, Roma. Nella Capitale, è stato denunciato il lancio di due molotov artigianali contro il commissariato Prestino che ha fatto ipotizzare il coinvolgimento degli anarchici scesi in piazza per manifestare solidarietà ad Alfredo Cospito e scagliarsi contro il 41 bis.

Al direttore de Il Tirreno, Luciano Tancredi, invece, gli anarchici hanno recapitato una busca con all’interno un proiettile. Le recenti azioni intimidatorie, tuttavia, hanno spinto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a ribadire ancora una volta che simili gesti non intimoriscono lo Stato.

“Gli attentati compiuti contro la nostra diplomazia ad Atene, Barcellona e Berlino, come pure quello di Torino, le violenze di piazza a Roma e Trento, i proiettili indirizzati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo, la molotov contro un commissariato di Polizia: azioni del genere non intimidiranno le istituzioni”, ha rimarcato Palazzo Chigi tramite la diffusione di una nota ufficiale.

E ha aggiunto: “Lo Stato non scenderà a patti con chi minaccia, tanto meno se l’obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici”.

Le condizioni di Alfredo Cospito

Stando alla nota di Palazzo Chigi, l’esecutivo ha le idee chiare su Cospito. Il detenuto, che attualmente si trova nel carcere di Bancali, a Sassari, in regime di 41 bis, è in sciopero della fame da ottobre per protestare contro il carcere duro.

“È la Costituzione a indicare la via. Le pene non devono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Dunque si cambi il regime penitenziario, si revochi il 41 bis, lo si trasferisca dove ci sia più attenzione alla cura”, ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ponendo l’accento sul progressivo aggravarsi delle condizioni di salute di Cospito. “Lo sciopero della fame non è un ricatto. Chiunque abbia competenza sul 41 bis di Cospito non si arrocchi chiuso in una idea tragica di pena.

Si salvi la vita di Cospito. Si modifichi il suo regime”.

Lo scorso 25 gennaio, il detenuto è rimasto vittima di un incidente: è, infatti, scivolato nella doccia in carcere. “Ha perso molto sangue, è debole. Ha difficoltà ad avere una normale termoregolazione corporea”, ha spiegato il suo medico di fiducia Angelica Milia. E, sottolineando che le sue condizioni fossero critiche già prima della caduta, ha aggiunto: “Ha le piastrine molto basse anche un piccolo taglio può provocare una forte emorragia, che, viste le sue condizioni generali di salute e il fatto che non si stia alimentando da cento giorni, può avere conseguenze gravissime”.

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