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Per avere davvero cura della città, si deve uscire dalla logica della tangenziale a tutti i costi

L’ANAS ha presentato il nuovo Progetto di Fattibilità Tecnico Economica della Tangenziale Sud Ovest con cui propone 5 possibili diversi tracciati, confrontando costi e benefici ed evidenziando i vincoli tecnici-ambientali.

Il progetto risulta molto ridimensionato rispetto ai precedenti studi e pare garantire in sintesi 2 obiettivi: il trasferimento del traffico pesante di percorrenza che interessa la A21 e la Asti-Cuneo e un collegamento intermedio di ingresso alla città verso il cavalcavia Giolitti.

Con la nuova impostazione, la TSO si innesta sulla tangenziale sud fuori dall’area protetta degli stagni di Belangero, termina il suo percorso alla rotonda di Asti Ovest e non prevede una bretella verso l’ospedale.

Lo studio evidenzia da subito alcune criticità:

1) E’ esigua la percentuale di traffico pesante rispetto al flusso complessivo di mezzi verso la città ed anche un incremento dovuto al completamento della Asti-Cuneo non sembra giustificare una nuova tangenziale. Inoltre esiste già una via per i mezzi pesanti provenienti da sud: è la tangenziale verso Asti Est. Per favorire questo percorso basterebbe vietare l’entrata in città ai mezzi pesanti e rendere gratuito il tratto autostradale Asti-Est Asti-Ovest per chi entra da Asti Est in direzione Torino.

2) Garantire un solo accesso alternativo alla città, mediante un collegamento intermedio verso il cavalcavia Giolitti, rischierebbe di concentrare il traffico in entrata sul cavalcavia creando intasamenti che l’attuale viabilità non potrebbe risolvere.

E’ evidente come l’opera in progetto non risponda alle reali esigenze della città e sia priva di una effettiva necessità di realizzazione.

Altri fattori negativi emergono dal punto di vista ambientale: evitare il SIC degli stagni comporta la realizzazione di lunghi viadotti (dovuti al rischio di esondazione del Tanaro) che risulterebbero di impatto devastante sul paesaggio e sull’ambiente rurale (altro che colline UNESCO!).

Anche il nuovo ponte sul Tanaro connesso alla scelta di realizzare la nuova tangenziale risulta ad alto impatto ambientale oltre ad essere molto oneroso.

Anche in questo caso il tema è da affrontare diversamente, dato che Asti ha già due ponti sul Tanaro e, se è vero che necessitano di lavori di consolidamento, tanto vale usare a questo scopo i finanziamenti.

Se invece dopo le più accurate valutazioni tecniche, emergesse la necessità di realizzare un altro ponte a servizio della viabilità urbana, questo dovrà essere studiato in modo indipendente dalla tangenziale.

Il costo indicato in progetto di circa 200 milioni di euro mediamente per tutte le 5 soluzioni, appare spropositato rispetto agli obiettivi dichiarati. Occorre tuttavia rimarcare che ad oggi non sono neanche note le fonti di finanziamento.

Noi riteniamo che il miglioramento della viabilità e riduzione dell’inquinamento in città siano raggiungibili con minor spesa e con interventi mirati.

Per quanto Asti sia attraversabile in 20 minuti, salvo in alcune fasce orarie o nei giorni di mercato, è necessario ridurre il traffico che converge in città generando code e inquinamento.

Ciò si può ottenere:

1 – realizzando un parcheggio di scambio in ingresso sul corso Savona, collegato al centro con una navetta ad alta frequenza di passaggi.

2 – per decongestionare il traffico che si crea tra la rotonda di viale don Bianco e la rotonda ex Saffa, sarebbe sufficiente riqualificare la viabilità esistente lungo Borbore (Strada Falletti) realizzando un attraversamento sul Borbore in prossimità della rotonda di innesto sulla provinciale per Torino.

Questi sono solo un paio di esempi di quello che si potrebbe fare uscendo dalla logica della tangenziale tutta viadotti e gallerie, per entrare in una logica di vera cura della città e dei suoi abitanti.

Movimento Civico Prendiamoci Cura di Asti

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