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Regionali 2024, Terzo Polo da solo o in alleanza?

Azione e Italia Viva si promettono fedeltà e ribadiscono di voler dar vita quanto prima ad un unico partito.

Sia Carlo Calenda che Matteo Renzi ritengono ineluttabile il percorso anche se qualche reciproca diffidenza persiste.

Del resto, quando si è presenza di due “prime donne” è inevitabile che sia così.  

La fusione dovrebbe avvenire in due tappe: la prima in primavera con la scrittura di un manifesto o comune; la seconda in autunno con la costituente vera e propria.

Nella partita potrebbe entrare anche “+Europa” e ci sarà spazio – così assicurano i due leader Calenda e Renzi – “per forze politiche, movimenti culturali, singole personalità e pure un diritto di tribuna per le correnti minoritarie”.

“Il partito unico non ha alternativa. Io credo molto – ha detto Renzi – nel processo costituente. Tempi e modalità scegliamoli insieme, senza farci prendere dalla ‘piddite delle regole’. Dobbiamo costruire un partito senza ammazzarci sulle regole, come invece sta accadendo in casa Pd in vista del congresso”.

Il primo obiettivo è farsi trovare pronti per le elezioni europee del 2024, con l’ambizione di superare la doppia cifra e puntare ad essere uno dei primi gruppi a Bruxelles.

Il secondo step è il 2027, anno in cui il nuovo soggetto politico vorrebbe riportare al governo del Paese le forze liberali, riformiste, popolari e repubblicane.

Sul piano locale, in settimana, dovrebbe essere ufficializzato un Comitato provinciale paritetico composto da quattro componenti di Azione e altrettanti di Italia Viva per dar corso, in ambito provinciale, al percorso verso la nascita del nuovo partito.

Nel 2024, oltre che per le Europee, si vota anche per la Regione e nel Cuneese per quattro delle sette “sorelle”, Alba, Bra, Fossano e Saluzzo.

I centristi liberaldemocratici (non si sa ancora quale sarà la denominazione del nuovo partito) non vogliono farsi trovare impreparati.

Per quanto concerne le amministrative – sulla falsariga di quanto avvenuto per la Provincia – l’impostazione dovrebbe essere sostanzialmente civica.

Più complesso il discorso per la Regione dove sta iniziando la discussione sulla revisione della legge elettorale con l’introduzione di severe soglie di sbarramento.

Enrico Costa, deputato e vicesegretario nazionale di Azione, non ha mai interrotto i contatti con il presidente forzista Alberto Cirio, ma da quel che si coglie Fratelli d’Italia e Lega non mostrano entusiasmo.

“Facciamo da soli. Bastiamo ed avanziamo – dicono – senza necessità di introduzioni esterne che rappresenterebbero elementi di instabilità rispetto al centrodestra”.

Il primo scoglio del Terzo Polo è proprio questo: da soli o in alleanza?

Un nodo non facile da sciogliere perché – nel caso di accordi – si sarebbe in presenza di una contraddizione in termini, venendo meno la sbandierata terzietà.

Se infatti il Terzo Polo stipula un’intesa con la destra o la sinistra (meno probabile) perde la sua “ragione sociale”: cadrebbe infatti in questo caso l’equidistanza dalle due coalizioni .

Per contro, se decide per la corsa in solitaria il rischio di vedere i propri candidati condannati all’irrilevanza è elevato.

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