“Siamo moderatamente soddisfatti della legge di bilancio e consapevoli che in tempi difficili non è possibile avere tutto ciò che si vorrebbe”.
Dal palco di Cussanio, dove si svolge il congresso provinciale della Lega, Riccardo Molinari, segretario piemontese e capogruppo alla Camera, cerca di spiegare alla platea la posizione del partito in una coalizione di governo in cui la Lega non è più il primo partito.
“Lo sapevamo che le responsabilità che ci siamo assunti nei vari governi succedutisi dal 2018 in poi le avremmo pagate in termini elettorali. Siamo una forza politica responsabile e non potevamo sottrarci alle responsabilità, specie nei due anni di pandemia”.
“In Piemonte – annota – siamo passati da 18 parlamentari agli attuali 7, in seguito del combinato disposto del taglio dei parlamentari e del calo dei consensi. A conti fatti – commenta – il dato elettorale della nostra regione registra grosso modo le stesse percentuali di consenso della Lega in Lombardia, quindi non ho timore di esagerare se dico che siamo ancora riusciti a difenderci bene”.
Rivolto alla platea, Molinari fa leva sui sentimenti che piacciono al popolo leghista: “Identità, territorio, autonomia sono i capisaldi della nostra azione politica. Per questo – considera – dobbiamo organizzare e strutturare sempre meglio il partito. Attenzione particolare – ha puntualizzato a questo proposito – dobbiamo prestarla agli enti locali, perché il taglio dei parlamentari, la trasformazione delle Province e varie altre pseudo riforme non hanno prodotto risparmi ma semmai tolto voce alle aree periferiche”.
Si dice certo, il capogruppo della Lega a Montecitorio, che l’agognata autonomia verrà portata a casa nel corso della legislatura.
“Se sarà necessario uno scambio tra autonomia delle Regioni e presidenzialismo – annuncia – faremo le nostre valutazioni, ma potrebbe essere uno scambio ragionevole”.
Guarda al prossimo appuntamento elettorale, le regionali in Piemonte del 2024, consapevole che non sarà possibile ripetere l’exploit del 2019 e lancia un messaggio ai Fratelli d’Italia.
“Gli elettori, nella recente tornata elettorale, hanno voluto provare a cambiare. Noi faremo di tutto – ha affermato – per riprenderci i voti che ci appartengono, nello spirito di una competizione leale, perchè gli avversari sono altri e non i nostri partner di centrodestra. Ciò nonostante, dobbiamo far valere le nostre ragioni perché – ha sostenuto rivolgendosi ai militanti – se giochiamo nel campo della destra, la destra vince per forza. Ma la Lega non è la destra. È la Lega, un’altra cosa, come tutti voi ben sapete”.
Scroscio di applausi. Dalla platea si leva una voce: “Perché in Lombardia il partito si sta dividendo? Che succede?”.
Molinari, non elude la domanda, soltanto la rinvia.
“Ne parliamo a tavola” dice per tranquillizzare il militante turbato.
Il fritto misto alla piemontese attende ed è pur sempre una buona argomentazione per mettere tutti d’accordo.