RIVAROLO CANAVESE – Bastava una palla per sentirci invincibili, una squadra per sentirci uniti e un lembo di terreno per sognare l’impossibile. Lo chiamavamo calcio ed era bellissimo. La celebre frase di Fabrizio Caramagna sembra scritta apposta per Corrado Scanavino, scomparso lunedì 9 gennaio all’età di 73 anni.
Con lui il nostro territorio perde un uomo d’altri tempi e, come l’ha definito sui social la memoria storica del football piemontese, Carlo Tapparo, «una vera icona del calcio canavesano tra la fine degli anni sessanta e la metà degli ottanta». In queste ore di lutto, in tanti lo ricordano commossi sia da giocatore, quando sul rettangolo verde con indosso le maglie del Vallorco, Rivara e Rivarolese strappava applausi come elegante difensore dai piedi buoni, sia nei panni di allenatore. L’album dei ricordi è pieno di istantanee indimenticabili: i successi come mister della primavera del club di Cuorgnè, il passaggio al timone della prima squadra, la promozione in prima categoria, gli anni passati alla guida del Mathi e del Favria. «E’ stato un punto di riferimento per il calcio canavesano, come giocatore e allenatore – lo ricorda Roberto Scotti, ex dirigente del Vallorco – Fu tra i primi, alle nostre latitudini, ad abbandonare il “libero” e a schierare le sue squadre con un moderno 3-5-2 con i terzini che attaccavano le fasce».
Una passione per lo sport, in generale, e per il calcio, in particolare, condivisa con i fratelli Giuseppe e Filippo, talentuosa mezzala, e trasmessa al figlio Andrea oggi stimato e apprezzato preparatore atletico dello Zenit di San Pietroburgo e della nazionale italiana di calcio allenata da Roberto Mancini e campione d’Europa nel 2021. Corrado Scanavino lascia la moglie Giuliana, i figli Andrea con Cristiana, Paolo e Francesco, Marcella con Fabrizio, Emma e Andrea, Marco con Milena, Alberto e Federico, i fratelli Giuseppe, Filippo e Alessandro. I funerali si terranno a Rivarolo Canavese nella chiesa parrocchiale di San Giacomo giovedì 12 gennaio alle 10.
