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Studenti piemontesi “schiavi” del cellulare? Il 52% non spegne mai il proprio smartphone

Più di uno studente su due, in Piemonte, non spegna mail il cellulare. Nemmeno di notte. Lo dice un’indagine condotta da Ismel con l’Ufficio scolastico regionale, che ha coinvolto 8500 studenti dai 15 ai 25 anni sui temi del web, dei social e della consapevolezza nell’uso di questi strumenti. La ricerca è stata svolta nell’ambito della quinta edizione del progetto “Uscite di Sicurezza”, della Città di Torino, che dal 2015 educa gli studenti alla sicurezza sul lavoro e alla percezione dei rischi dell’uso del digitale nella vita quotidiana.

Il 51,9% non stacca mai la spina

E se il dato più significativo è proprio quel 51,9% di ragazzi che lascia sempre acceso smartphone o iPhone, quasi tutti (98,6%) dice di sapere quali sono i rischi nell’uso dei social network. In particolare fake news, cyberbullismo e sexting. AL tempo stesso, il 66% delle scuole dichiara di avere attivato progetti specifici sul tema della cybersicurezza con circa 1.700 classi coinvolte.

Codici e protezioni

Alla luce dei rischi presenti utilizzando questi strumenti, gli studenti piemontesi raccontano però di mettere in pratica alcune attenzioni di sicurezza. Il 98,4% afferma di proteggere i propri dispositivi e il 50,8% afferma di cambiare il codice di accesso. Il 73% aggiorna le impostazioni del profilo, mentre l’86,7% limita la condivisione dei dati personali. E ancora: il 72,8% presta attenzione a cosa viene condiviso durante l’acquisto delle app e l’87% dice di sapere a quali funzioni le stesse app hanno accesso.

WhatsApp per tutti

Tra le app e i social più diffusi, WhatsApp ottiene un plebiscito (98,2%), seguito da Instagram (92,3%), You tube (82,71), TiK Tok (77,7%), Snapchat (46%), Telegram (34,7%), Twitter (20,8%), Facebook (15,4%), Tellonym (12,8%) e Omegle (7,8%).

I rischi

In una classifica dei rischi connessi all’uso dei social, quello delle fake news è il più consistente: 87%. Ma i cyberbullismo è poco distante (86,2%). Terza posizione per il Sexting (52%) e poi l’adescamento (48,4%). Ma anche il rischio odio (39,9% per l’hate speech), mentre il 28,3% sa di potersi imbattere in contenuti inappropriati.

I questionari evidenziano la consapevolezza esistente nei giovani su quali siano i rischi interconnessi all’utilizzo del digitale nella vita quotidiana, ma soprattutto nel lavoro – commenta Elena Sgubbi, direttrice Ismel – . Da parte loro gli istituti scolastici intendono educare a un appropriato uso degli strumenti digitali, ma soprattutto svolgere una azione di orientamento alle professioni che tutelano la sicurezza nel mondo del web, vero bacino di opportunità per l’inserimento nel mondo del lavoro. Per questo sulla base di quanto emerso da questa ricerca si predisporranno strumenti specifici, un kit didattico che verrà messo a disposizione dei docenti. Il progetto «Uscite di Sicurezza» continua a interpretare per la Città di Torino un modus operandi che mira a integrare la sicurezza sul lavoro tra i doveri civici di ciascun cittadino fin dalla formazione scolastica, ed è solo così che si costruisce una etica del lavoro sicuro”.

Concentrare l’attenzione sulla sicurezza in ambito digitale significa coinvolgere le giovani generazioni verso una consapevolezza necessaria. Ed è necessaria più che mai oggi per la complessità che sta assumendo quel mondo. Inoltre dobbiamo affermare che il divario digitale è un segno di disuguaglianza e l’accesso al digitale è un bene comune da affermare, ma per far questo dobbiamo aumentare l’attenzione sulle azioni e i rischi che si possono muovere entro quei confini. Stiamo lavorando con tutte le generazioni, ma la formazione dei giovani è sicuramente un’azione prioritaria perché garantisce una forma di ecologia digitale anche per il futuro”, afferma l’assessora ai servizi digitali e alla cyber security della Città di Torino, Gianna Pentenero.

Le scuole hanno risposto con entusiasmo, la partecipazione è stata davvero significativa ed è stato possibile raccogliere una quantità di dati importante ai fini della ricerca – sottolinea Stefano Suraniti, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte – altrettanto significativa è stata la partecipazione degli studenti alla rilevazione sui livelli di conoscenza in materia di cyber security e sui rischi ad essa connessi. Grazie a queste attività, ideate e realizzate in modo sinergico con tutti i partner del progetto, abbiamo rilevato la profonda sensibilità sul tema della Sicurezza da parte delle scuole e da parte degli studenti e sarà possibile implementare in modo sistemico ulteriori azioni di supporto sul tema della Sicurezza”.

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