Per la prima volta l’Ue, capitanata dalla Germania, ha superato gli Stati Uniti in risorse destinate all’Ucraina. Ma come sono suddivisi gli stanziamenti sia tra i vari Paesi che tra armi, sostegno finanziario e umanitario? Fatti, numeri e grafici del Kiel Institute for the World Economy
Ieri, in occasione della firma della terza dichiarazione sulla cooperazione tra Unione europea e Nato, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, hanno ribadito la volontà dell’alleanza di sostenere militarmente l’Ucraina, nonostante sia Nato che Ue siano a corto di armi, motivo per cui hanno avviato colloqui con le industrie belliche per rifornire i propri arsenali.
Ma l’aiuto al Paese invaso dalla Russia il 24 febbraio dell’anno scorso non si limita solo ai rifornimenti militari. Passa anche per il sostegno finanziario e umanitario.
Ecco chi, come e quanto sta aiutando l’Ucraina.
IL SORPASSO DELL’UE SUGLI USA
Il Kiel Institute for the World Economy, uno dei più importanti think tank europei e mondiali in economia internazionale con sede in Germania, sta monitorando dall’inizio della guerra gli aiuti, di qualsiasi tipo, promessi e inviati dai vari governi all’Ucraina.
Secondo l’ultimo aggiornamento del 7 dicembre, che analizza i movimenti fino al 20 novembre 2022, l’Ue, con in testa la Germania, ha superato per la prima volta gli Stati Uniti per quanto riguarda il valore degli aiuti totali impegnati a favore dell’Ucraina: quasi 52 miliardi di euro in assistenza militare, finanziaria e umanitaria rispetto ai circa 48 miliardi di euro degli Usa.
Il sorpasso è dovuto al pacchetto di assistenza macrofinanziaria (MFA) da 18 miliardi di euro per il 2023, approvato dall’Ue lo scorso dicembre.
LA RIPARTIZIONE DEGLI STANZIAMENTI
Scendendo nel dettaglio e tenendo presente che i seguenti grafici, elaborati dall’istituto, si riferiscono al periodo precedente al pacchetto Ue da 18 miliardi di euro, i primi nella mobilitazione di risorse economiche per Kiev, al 20 novembre, erano gli Stati Uniti con 22,9 miliardi di euro in armi (oltre 7 volte la cifra stanziata dall’Ue); 9,9 miliardi in sostegno umanitario e 15,1 miliardi in aiuti finanziari.
L’assistenza militare di Washington, se confrontata con altri importanti destinatari, appare in tutta la sua straordinaria portata. “Un giorno in Ucraina è un mese o più in Afghanistan”, ha dichiarato al New York Times Camille Grand, esperta di difesa presso l’European Council on Foreign Relations, che fino a poco tempo fa era assistente del segretario generale della Nato per gli investimenti nella difesa.
Dopo gli Usa si posizionavano le istituzioni europee con 3,1 miliardi di euro in rifornimenti militari; 1,57 miliardi per l’impegno umanitario e ben 30,3 miliardi (il doppio rispetto agli Stati Uniti) in sostegno finanziario.
Terzo posto per il Regno Unito.
PROMESSE E FATTI
Il Kiel Institute distingue tra finanziamenti promessi e finanziamenti erogati. Gli Stati Uniti, al 20 novembre, avevano consegnato il 60,4% di quanto previsto, ovvero 8,5 miliardi di euro su 22,6. Le istituzioni europee, tra MFA e Banca europea per gli investimenti (Bei), invece, erano ferme al 26,7% degli impegni presi, con 8,1 miliardi di euro consegnati e 30,3 miliardi da inviare.
NATO E UE A CORTO DI ARMI
“È vero, i Paesi della Nato e dell’Ue hanno esaurito le loro scorte per fornire aiuti all’Ucraina. Ed è stata la cosa giusta da fare, perché si tratta della nostra sicurezza. Ho sempre detto che tra rispettare le linee guida della Nato sulle scorte di armi o sostenere l’Ucraina è più importante scegliere l’Ucraina”, ha detto ieri Stoltenberg, il quale ha aggiunto che “nel lungo periodo, la soluzione ora è aumentare la produzione di armamenti e i ministri della Difesa della Nato hanno preso la decisione di aumentare lo stock”.
Tuttavia, per HuffingtonPost, l’Europa si troverebbe in un cul de sac perché per quanto potrà generosamente finanziare la sua industria bellica questa dipende fortemente da materiali come grafite, alluminio, cobalto e non solo, che sono però monopolio di Russia e Cina.
Russia’s war against Ukraine has brought the EU and NATO closer together. With today’s declaration, we want to take our cooperation to the next level to ensure peace and stability. Follow our press conference live. https://t.co/klf64cAdhe
— Charles Michel (@CharlesMichel) January 10, 2023
LE ARMI INVIATE DALL’EUROPA A KIEV
Tra i 27, la Germania è il principale donatore in termini assoluti, con un totale di 12,6 miliardi di euro di sostegno all’Ucraina. Secondo il Kiel Institute, è il Paese che si è impegnato e ha consegnato più armi e attrezzature invernali, oltre a un nuovo consistente pacchetto per sostenere la sicurezza informatica e gli sforzi di intelligence sui crimini di guerra.
In particolare, sul fronte armi, dopo Stati Uniti e Regno Unito, ha destinato a Kiev 2,3 miliardi di euro in risorse militari.
Tra i Paesi Ue seguono la Polonia con 1,8 miliardi e Norvegia e Svezia, ognuna con 600 milioni. L’Italia è al 12° posto tra i 31 donatori con 300 milioni di euro.
NODO TRASPARENZA
Per aumentare l’affidabilità dei dati, l’Ukraine Support Tracker dell’istituto ha anche un indice di qualità e trasparenza dei dati. Al primo posto, con il massimo del voto in una scala va da 0 a 5, c’è la Svizzera, a cui si accodano Svezia (4,7); Australia e Danimarca (4,6). L’Italia si ferma a un punteggio di 2,7.
“La qualità dei dati forniti è aumentata nel tempo e ora è relativamente alta per la maggior parte dei Paesi. Questo facilita il confronto e permette di avere un quadro migliore del sostegno effettivo all’Ucraina. Ma siamo ancora molto lontani dalla piena trasparenza”, ha dichiarato Christoph Trebesch, responsabile del team che produce l’Ukraine Support Tracker e direttore del centro di ricerca del Kiel Institute.
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