Saes cederà all’americana Resonetics le sue attività sul nitinol, un materiale intelligente utilizzato in ambito medico e nella robotica. Tutti i dettagli
Perché SAES vuole rinunciare a un materiale innovativo come il nitinol?
SAES Getters, società italiana che realizza componenti elettronici e leghe metalliche, ha annunciato oggi un accordo per cedere alla società statunitense di dispositivi medici Resonetics la proprietà del suo business del nitinol e di due controllate americane, Memry Corporation e SAES Smart Materials.
IL VALORE DELL’OPERAZIONE
Il prezzo di cessione pattuito è di 900 milioni di dollari (857 milioni di euro), che corrisponde a circa diciassette volte tanto l’EBITDA adjusted relativo all’area di cessione nel periodo compreso tra il 1 ottobre del 2021 e il 30 settembre 2022.
La somma verrà corrisposta per cassa in un’unica soluzione. La società prevede che l’operazione si concluderà nel 2023.
GLI OBIETTIVI
L’operazione – si legge nel comunicato del gruppo – “consentirà a SAES di disporre di una ingente iniezione di liquidità, che permetterà al Gruppo di sviluppare un piano industriale di crescita, organica e inorganica, coerente con le competenze tecnicoscientifiche del Gruppo, con particolare focus nelle aree del packaging avanzato e dei nuovi materiali funzionali (chemicals), oltre che da utilizzarsi per garantire un ritorno per gli stakeholder”.
La principale azionista di SAES, con oltre il 50 per cento delle quote, è la holding S.G.G. Holding S.p.A.
CHE COS’È IL NITINOL E A COSA SERVE
Il nitinol (abbreviazione di Nichel Titanium Naval Ordinance Laboratory) è una lega di nichel e titanio. Viene classificato tra i materiali intelligenti, o smart materials, ovvero – come scrive il portale specializzato Science CuE – quei materiali capaci di modificare le loro proprietà quando sono sottoposti a stimoli particolari.
Se deformato, il nitinol riesce a recuperare la sua forma grazie al surriscaldamento o a uno sforzo meccanico.
Il nitinol si utilizza in ambito medico – e più nello specifico cardiologico – nella realizzazione di stent coronarici: sono dei tubicini espandibili di materiale metallico che vengono inserite nelle arterie coronarie per prevenirne l’ostruzione. Gli stent realizzati in acciaio inossidabile o in titanio hanno il rischio di “plasticizzarsi” quando vengono espansi fino a toccare le pareti del vaso sanguigno. Gli stent in nitinol, invece, riescono ad adattare meglio la loro forma grazie alla temperatura corporea.
Il nitinol si usa anche per realizzare i cosiddetti “filtri di Simon”, utili alla prevenzione degli emboli in quei soggetti che non possono assumere anticoagulanti, nella progettazione di protesti a membrana per il trattamento delle valvole aortiche e nella costruzione di strumenti di microchirurgia e chirurgia ortodontica.
Il nitinol viene infine utilizzato anche nel settore della robotica, per la realizzazione di bracci robotici prensili, e in quello delle costruzioni, per distruggere le rocce che impediscono gli scavi.
QUANTO VALE IL BUSINESS DEL NITINOL PER SAES
Il business legato al nitinol che SAES Getters cederà alla statunitense Resonetics ha realizzato ricavi per 90,8 milioni di euro nei primi nove mesi del 2022. Nello stesso periodo, ha registrato un EBITDA di 36,3 milioni e un risultato netto di 24,5 milioni. Nell’intero esercizio 2021 il business ha prodotto ricavi per 88 milioni di euro.
COSA FA RESONETICS
Resonetics è un’azienda americana che progetta e produce dispositivi per l’industria medica e per il settore delle scienze della vita. I suoi azionisti principali sono la società di investimento americana Carlyle e il fondo di private equity GTCR.
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