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Viviamo in un posto bellissimo che regala dieci pagine a Vittorio

Lunedì prossimo, 16 gennaio, è l’anniversario di nascita di Vittorio Alfieri. 16 gennaio, Capricorno. Le caratteristiche del segno si ritrovano nel ritratto di Alfieri. Persone dalla notevole tenacia, grazie a cui possono raggiungere i propri traguardi con successo. Prudenza e pazienza appartengono anch’esse al Capricorno, ma facile che per Vittorio uscisse forte un qualche diverso ascendente. Gli appartenenti a questo segno mostrano inoltre una certa introversione e riservatezza e sono connotati da un pessimismo spesso evidente, che li porta a essere un po’ freddi e diffidenti verso il prossimo. Le caratteristiche del segno sono riconducibili a quelle del suo animale simbolo, fiero e capace di raggiungere vette incontaminate, dalle quali il resto degli esseri viventi appare piccolo e quasi insignificante.

In più Alfieri era un preromantico con una personalità indubbiamente di rilievo, caratterizzata comunque da eterni conflitti interiori. Metteteci poi la sua avversione per ogni tipo di dispotismo e la persistente tendenza a scavare coscienza e mente, sommate il tutto ad un individualismo spinto all’ennesima potenza, ed ecco lì un eroe. D’altra parte il suo culto per l’eroismo diventa facilmente riferimento di vita, tra vittimismo e titanismo, malinconia ed esaltazione, in piena regola del più romantico dei romantici.

Un personaggio che crea e racconta i personaggi delle sue opere guardandosi dentro, esprimendo con la tenacia del Capricorno orgoglio, coerenza ed eroismo rispetto alla realtà, frustrante e deludente. Capricorno che si rinchiude in una solitudine tragica, idoleggiando sé stesso e disprezzando il mondo nel quale vive.

E noi che ci possiamo fare, se non capirlo e apprezzarlo ancora di più. Vista poi la contingenza d’anniversario un regalo ci sta tutto. Un regalo in pagine. Almeno una decina. Se poi ci prendeste gusto ce ne sono pronte altre decine di migliaia. Suggerisco, per rimanere in tema Capricorno, di leggere qualcosa da Satire dove l’indignazione di Vittorio emerge proprio bene nei panni di osservatore dei mali di fine Settecento, scosso dalla Rivoluzione francese. Composte tra il 1795 e il 1797, cominciano con un invito programmatico rivolto al lettore:

Bench’io te non conosca e te non curi,

Pur vo’ mostrarti se mie rime han punta…

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