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Terzo polo già in crisi prima di vedere la luce?

Dove va il Terzo polo?

Nei giorni scorsi la campagna tesseramento di Azione e Italia Viva con banchetti separati.

Ora l’assunzione della direzione del quotidiano Il Riformista di Matteo Renzi, che a Carlo Calenda non è piaciuta.

“Non pensi – ha detto il leader di Azione – che questo possa essere l’organo del partito”.

Segnali che fanno dire ai più ottimisti che il percorso che avrebbe dovuto portare alla nascita di un nuovo soggetto politico sta subendo una battuta d’arresto.

Per i più pessimisti si tratta invece della morte del Terzo polo, almeno così com’era stato ideato e lanciato qualche mese fa.

Calenda critica Renzi per le sue iniziative editoriali e Renzi mal sopporta la personalizzazione del partito col nome di Calenda nel logo.

Il pessimo risultato alle elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia contribuisce a far crescere il nervosismo tra i due, che pure in Parlamento hanno costituito gruppi unitari.

Anche sul territorio le due “anime”si scrutano, si pesano ma non procedono concretamente verso l’annunciata fusione.

I referenti locali cercano di smentire dissapori, ma alla prova dei fatti si ha qualcosa di più di una sensazione che il matrimonio sia stato rinviato a data da destinarsi.

Vedremo che succederà nei prossimi mesi quando si tratterà di definire la strategia da seguire per le europee, le regionali e le amministrative.

Anche su questo fronte le visioni non risultano – ad oggi – essere propriamente collimanti.

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